Giovedì 25 maggio 2023 GREEN DEAL INDUSTRIAL: IL PIANO DELL’UNIONE EUROPEA PER L’INDUSTRIA SOSTENIBILE

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GREEN DEAL INDUSTRIAL: IL PIANO DELL’UNIONE EUROPEA PER L’INDUSTRIA SOSTENIBILE

La Commissione Europea ha pubblicato il Green Deal Industrial Plan con cui si propone di mettere in atto una serie di azioni strategiche, che si basano su quattro pilastri chiave che devono essere approfonditi, e che mirano ad aiutare le industrie europee nel processo di transizione sostenibile, così da rispettare i precetti previsti per il 2050. 

Lo scorso febbraio 2023 la Commissione Europea ha pubblicato il Green Deal Industrial Plan, ovvero un programma strategico che presenta come tema principale il raggiungimento di un’industria europea green. Lo scopo è fornire delle linee guida specifiche per rafforzare la competitività dell’industria UE a zero emissioni e accelerare la transizione verso la sostenibilità, creando un contesto più favorevole alla produttività. 

Il programma si basa su quattro pilastri: un contesto normativo semplificato, un più rapido accesso ai finanziamenti, la crescita delle competenze e il sostegno al commercio tra catene di approvvigionamento resilienti. Anche se è ancora presto per capire quali ricadute concrete si avranno sul comparto moda sostenibile e circolare, quello che è certo è che coinvolgerà ogni tipo di industria. Vediamo un approfondimento dei quattro punti. 

Per il primo pilastro del Piano, che si basa sulla semplificazione del piano normativo, la Commissione proporrà: un Net-Zero Industry Act, volto a sostenere la produzione di tecnologie e prodotti indispensabili per gli obiettivi di neutralità climatica, garantendo anche procedure di autorizzazione semplificate e più rapide per la definizione di progetti strategici europei volti alla sostenibilità. Inoltre, a integrare il piano ci sarà una proposta normativa che riguarderà la sicurezza di accesso all'approvvigionamento delle materie prime critiche, con il piano dedicato Critical Raw Materials, tra cui: litio, cobalto, grafite e nichel, indispensabili per costruire batterie, celle a combustibile, turbine eoliche e pannelli fotovoltaici. Si tratta di tecnologie chiave per promuovere l’innovazione e il percorso verso la transizione ecologica che si vuole ottenere entro il 2050. Un’ulteriore riforma prevista riguarda l’assetto del mercato dell’energia elettrica al fine di fornire ai consumatori costi più prevedibili e inferiori sull’energia rinnovabile. 

Il secondo pilastro riguarda l’accesso più rapido ai finanziamenti per l’industria a zero emissioni proponendo un quadro temporaneo di crisi e transizione (TCTF) che mira a semplificare le procedure per gli aiuti di Stato ai progetti di tecnologia rinnovabile. Quindi, la Commissione prevede di estendere le disposizioni in materia di aiuti a tutte le tecnologie rinnovabili; semplificare ulteriormente le disposizioni sugli aiuti che riguardano la decarbonizzazione dell’industria; migliorare il sostegno agli investimenti per la produzione di tecnologie sostenibili. In generale, la Commissione sembra prevedere una maggiore flessibilità al fine di sostenere le misure volte alla transizione e la semplificazione delle approvazioni per importanti progetti di comune interesse europeo. 

Verrà, inoltre, agevolato l’utilizzo dei fondi esistenti dell’Unione Europea che finanziano innovazione, produzione e diffusione di tecnologie sostenibili, quali REPowerEU, InvestEU e il Fondo per l’innovazione. 

Il terzo pilastro del Green Deal Industrial prevede il miglioramento delle competenze eco-sostenibili e digitali. Si tratta di sostegno finanziario che mira allo sviluppo delle competenze della forza lavoro in materia di sostenibilità. 

Il quarto e ultimo pilastro riguarda le filiere resistenti, la cooperazione globale e l’apertura commerciale del mercato UE al fine di ampliare la rete di accordi di libero scambio. Si include anche l’approvvigionamento sicuroe globale delle materie prime utili allo sviluppo tecnologico e un’iniziativa di partenariati industriali Clean Tech e Net-Zero, rivolte a tecnologie pulite e a zero emissioni. 

L'iniziativa europea segue la corsa legislativa verso un futuro a impatto zero già avviata in diversi Paesi, tra cui Stati Uniti, Giappone, India, Regno Unito e Canada.