Martedì 9 febbraio 2021 COVID E FIERE: PRESENTE E FUTURO

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COVID E FIERE: PRESENTE E FUTURO

Come sarà la fiera dell’era post pandemica? Che cos’è cambiato e cosa è destinato a rimanere? Scenari, soluzioni e proposte danno uno spaccato dello stato del settore e individuano le direttive verso le quali orientare il settore calzaturiero

Se è indubbio che l’incidenza dell’emergenza sanitaria abbia totalmente modificato l’economia della società, in particolare il settore fieristico, è altrettanto vero che ha accelerato quel processo di cambiamento già preesistente in cui la contaminazione (vincente) tra reale e digitale si è rivelata una delle sue caratteristiche fondamentali.

Ma è possibile che un comparto che, per sua stessa essenza, vede il suo business improntato al reale, possa trasferirsi in una modalità opposta senza snaturarsi ma, al contrario, continuando a fare delle sue dinamiche vitali un punto di forza? Qual  è il futuro della fiera e dei suoi eventi nell’era post Covid? La risposta si presta, per sua stessa natura, a una disamina interessante a cui un talk dedicato da Expo Riva Schuh –“Il ruolo degli eventi B2B nella filiera post-Covid”-  ha  cercato di offrire un ventaglio di scenari differenti grazie all’apporto di player di rilievo del settore.

Che cosa ne è emerso? Senza dubbio che il format nuovo, pensato totalmente in chiave digitale, è destinato a rimanere una costante del mondo fieristico nella sua accezione omnichannel, e che l’attenzione verso il mondo della community dovrà essere sempre prioritaria, prevedendo incontri e relazioni continue e non limitate al periodo fieristico. Senza mai dimenticare la centralità del prodotto, naturalmente. Saranno tre i macro trend, secondo Tommaso Cancellara CEO di Micam e General Manager  di Assocalzaturifici, che costituiranno i driver per il successo dei prossimi anni: la tecnologia, dall’utilizzo della blockchain all’industria 4.0; il mercato dell’Asia Pacific in continua evoluzione, e la sostenibilità tout court. Quest’ultimo, poi, si è rivelato il vero fattore discriminante anche in relazione al target di riferimento del mercato attuale, la Generazione Z, che la considera un atout imprescindibile.

È indubbio però che il calo di fatturato si sia fatto sentire anche in maniera importante nel settore fieristico con perdite a doppia cifra che hanno interessato tanto i volumi prodotti che quelli esportati e dove la timida ripresa di settembre è stata pressoché cancellata dalla seconda fase pandemica. Se c’è una soluzione- come ha evidenziato Siro Badon, presidente di Assocalzaturifici nel suo intervento - quella deve essere individuata, nel caso del settore calzaturiero, proprio nella sua eccellenza endemica, vale a dire l’innovazione, la qualità dei processi, la sostenibilità. E nella digitalizzazione, ça va sans dire.

Perché proprio la piattaforma digitale creata da Expo Riva Schuh per la sua ultima edizione è stata capace di fare la differenza per un settore, penalizzato dall’emergenza e privo di sostegno governativo, che ha potuto reagire a discapito di tutto puntando su una rivoluzione digital che, dalla formazione al business, ha evitato di arrivare a una situazione più grave. Ma bisognerebbe supportare tutta la filiera della calzatura, proprio in virtù  della sua importanza strategica per l’economia italiana: è questo il pensiero condiviso da tutti,  di cui si è fatto portavoce Lino Mattiozzi, Presidente di Assoprov, con una speranza. Quella di ritornare il prima possibile alla formula fieristica classica in cui sia predominante quell’aspetto glocal – che connota in maniera identitaria la kermesse di Riva del Garda – che ora più che mai è davvero importante.