Dienstag, 30. April 2019 GARDABAGS E IL PADIGLIONE D Concept e retroscena del nuovo teatro della pelletteria italiana

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GARDABAGS E IL PADIGLIONE D  Concept e retroscena del nuovo teatro della pelletteria italiana

Abituati ad associare il Quartiere Fieristico di Riva del Garda al più importante evento internazionale dedicato alla calzatura di volume, a partire dal prossimo giugno dovremo ampliare i nostri orizzonti.

Dopo due edizioni al Palavela di Riva del Garda, infatti, anche la fiera sull’accessorio Gardabags debutterà nella sede di via Baltera insieme alla sua progenitrice Expo Riva Schuh. Una venue tutta nuova per un evento che, nonostante la sua giovane età, ha tutto l’aspetto di una scommessa centrata soprattutto se rapportata a dati significativi come quello sull’export manifatturiero in Italia - stabilizzato al +57% nel 2018.

Per il debutto di Gardabags alla Baltera, la società organizzatrice Riva del Garda Fierecongressi ha selezionato un’area da circa 4000 mq espositivi collocata nella zona nord est dell’edificio. Dall’anima marcatamente industriale, questo spazio è stato riqualificato dallo studio Tale Office, per conto del quale gli architetti Cella e Malossini raccontano così concept e retroscena del padiglione D: il nuovo teatro della pelletteria italiana.


IL PUNTO DI PARTENZA 

“Entrando nel padiglione D, un complesso artigianale che nel corso dei decenni è stato suddiviso e ripartito in diversi comparti da diversi proprietari, si nota immediatamente un elemento ripetitivo di grande forza che unifica, con la sua mole e con la sua geometria, tutti gli spazi della futura zona fieristica: le travi reticolari portanti.Questi elementi, i soli oggetti che unificavano tutte le suddivisioni interne precedenti, oggi vengono liberati dai muri divisori e dalle tamponature accorse negli anni, e grazie alla riqualificazione possiamo vederle nella loro interezza (circa 76 metri lineari di lunghezza).  Le travi reticolari permettono campate ampie e luce naturale all'interno dei quasi 4000 metri quadri scandendo ritmicamente, con la loro geometria compositiva, i nuovi spazi espositivi. Il mio lavoro è quindi stato quello di valorizzare questo elemento ripulendolo e intervenendo sugli elementi al di sotto di esso: travi secondarie, luci artificiali, colonne e pavimentazioni. Su questi elementi vengono applicati nuovi colori e illuminazioni, atti a definire i diversi comparti di esposizione e guidando i visitatori all'interno di questo contenitore di grande scala.” 


L’AMBIENTAZIONE FLESSIBILE

“Un elemento di rottura con il sistema costruttivo del capannoneè il grande padiglione, con soffitto a volta, situato nell'angolo nord-est dell'area. Questo spazio, dal volume quasi solenne, è stato destinato alla zona di convivialità durante gli eventi fieristici. Grazie a scale e pedane che portano ad una quota di poco inferiore, quest'area accoglierà un bar-ristorante, un palco con rampa e gradoni che permettono al polo fieristico una flessibilità di eventi e ai visitatori una flessibilità di utilizzo per rilassarsi o per consolidare rapporti professionali. Fondamentale e non usuale è stata la scelta illuminotecnica di questo spazio: una grande sfera luminosa appesa al soffitto, che con la sua luce attrae e rilassa i visitatori, interrompendo i molteplici stimoli visivi e lavorativi tipici di un evento fieristico.”

 

IL TOCCO ARTISTICO

 “Infine, prendendo spunto dalle geometrie della trave reticolare ne è nato un oggetto dai richiami artistici (rif. Artistico: “Les Mobiles”  Alexandre Calder) che con la sua forma e i suoi colori cerca di unire tematicamente tutta questa nuova superficie espositiva: una serie di trapezi di metallo e plexiglass appesi a diverse altezze e posizionati perimetralmente all'interno del capannone. Tali oggetti sospesi,oltre ad indicare le uscite e i passaggi verso gli altri padiglioni, cercano, come la sfera luminosa o la luce che entra dalle travi strutturali, di attirare l'occhio del visitatore modificando la sua percezione della luce e dello spazio sopra di loro.”